19 febbraio 2007

Buone e Cattive Notizie - Good and Bad news

L'Italia sembra aver ripreso il cammino della crescita dopo aver "riposato" per i passati 4 anni. Il Pil è cresciuto del 1.1% trimestre su trimestre, e 2.9% rispetto al trimestre dell'anno passato. Ciò si traduce in un incremento del prodotto interno lordo del 2% nel 2006. Su base trimestrale abbiamo fatto addirittura meglio degli US e della Gran Bretagna! Tuttavia dobbiamo considerare che sono stime provvisorie, pertanto possono essere soggette a revisioni, anche importanti. La crescita è soprattutto dovuta all'effetto trainante della Germania, ma anche alla reazione delle nostre imprese che hanno cominciato a pensare in modo globale, forzate da una competizione senza esclusione di colpi. Queste buone notizie, sono anche cattive notizie. Di recente ci sono stati timidi tentativi di liberalizzare il mercato della ditribuzione e dei servizi, riforme certamente di cui abbiamo etremamente bisogno. Il pericolo è che questo spirito di liberalizzazioni sparisca presto, proprio a causa della crescita sopra le previsioni. Non bisogna sedersi perchè l'economia comincia crescere, dobbiamo riuscire a cambiare la nostra economia proprio adesso, quando le trasformazioni sono meno dolorose. Inoltre un sondaggio sulla Repubblica mostra come la gente apprezzi sempre di più quei ministri che si battono per liberalizzare i settori economici, e penalizzano quelli che avversano tali cambiamenti. Questo è un segnale chiaro: andiamo avanti nel cambiamento, proprio adesso che cresciamo. Non usiamo i primi segnali di crescita come una scusa per fermarci.

Italy seems to have started to grow again, after having rested for the last 4 years. GDP has grown 1.1% q/q, 2.9% with respect to the same quarter in 2005. This translates in a GDP growth of 2.0% in 2006. On a quartely basis we did even better than the US and UK! However we have to considere that these are preliminary estimates, which could be subject to revisions, even big ones. Growth is mainly due to the recent German expansion, but also to our businesses which started to think globally, forced by stiff international competition. These good news are also bad news. Recently, there has been shy attempts to liberalize the goods and services markets, reforms which we desperately need. The danger is that this reform spirit will disappear, blocked by an higher than expected growth. We do not have to wait because our economy started to grow again, we have to change our economy right now, when changes are less painful. Moreover a Repubblica survey showed that people appreciate much more those ministers who are fighting to liberalize, and penalize those who are against changes. This is a clear signal: go ahead with change, now that we are growing. We don't have to use the first signals of growth as an excuse to stop this process.

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