25 luglio 2007

Ricerca e Istruzione? - Research and Education?

di Marco Spaltro

Come ho più volte sottolineato, nel mondo globalizzato, le risorse più importanti del paese sono la ricerca e l’istruzione. Molte volte sentiamo parlare i nostri politici di questo argomento. Ma dove finiscono le parole? Le parole finiscono li dove cominciano, nel nulla. Intanto la situazione in Italia è a dir poco imbarazzante: più della metà dei ricercatori scientifici sono assunti con contratti di collaborazione e guadagnano tra gli 800 e i 1200 euro al mese. Addirittura un terzo guadagna meno di 800 euro netti! Uno può obiettare, forse questi ricercatori lavorano poche ore. Non è cosi, lavorano quasi tutti più di 38 ore settimanali con punte di 45. Bene i dati interessanti sono due: l’82% degli intervistati non ha figli, e i ¾ degli intervistati hanno meno di 35 anni. Credo che poche persone si rendano conto di ciò che sta accadendo in Italia. Le persone in teoria più importanti per il nostro futuro, non riescono neppure a pagarsi l’affitto di casa e per evidenti vincoli economici non possono crearsi una propria famiglia. Mi sono stufato di sentire parlare i politici di ricerca e di investimento nei giovani.
La verità è che ci lasciano andare alla deriva.

I underlined many times that in a globalized world, the most important resources for a country are research and education. Many times we hear our politicians talking about this topic. Where do the words go? Words go where they came from, from nothing. In the meantime the situation in Italy is pretty embarrassing: more than half of the scientific researchers are hired with collaboration contracts and earn something like 800 to 1200 per month. Moreover 1/3 gets less than 800 euros. One can say, yeah but they do work few hours. It is not true, they work almost all of them more than 38 hours per day and some of them even 45. The interesting data are two: 82% of the interviewed do not have kids and ¾ of them are less than 35 year old. I believe that few people realizes what is happening to Italy. People who in theory should be the most important for our economy, they cannot even pay the rent and for evident economic constraint they cannot create their own family. I’ve had enough of hearing politicians talking about research and investments for the youth. The truth is that they are letting us go to the drift.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E infatti io sono una ricercatrica di 27 anni assunta con un contratto di collaborazione di 6 mesi e guadagno 750 euro mensili. Lavoro 40 ore settimanali secondo contratto ma almeno tre giorni a settimana non riesco a finire il lavoro entro le 16 e 30( orario regolare considerando che inizio a lavorare alle 8 di mattina e recupero mezz'ora per il pranzo) ma esco dal laboratorio alle 7 e a volte anche alle otto, ore che non risultano da nessuna parte e non mi vengono pagate. Inoltre alcuni miei colleghi che lavorano nella purificazione degli enzimi( processo che richiede molte ore di lavoro continuato, anche 48 consecutive perchè il processo non può essere interrotto)lavorano a volte durante la notte e nel week-end, straordinari che ovviamente non sono pagati. Tutti i nostri sacrifici sono fatti solo per amore della ricerca. Risulta quindi ovvia una repentina demotivazione e la caduta del nostro paese verso l'ignoranza scientifica che ci rende ridicoli nei confronti dei grandi risultati ottenuti dai nostri colleghi europei con conseguente decrescita di finanziamenti europei alla ricerca italiana. Per ciò non è un caso se i migliori ricercatori del mondo sono italiani ma nessuno di loro è pagato dall'Italia. Anche io sono impegnata in un assidua ricerca di lavoro come ricercatrice all'estero nel poco tempo a disposizione che ho per me durante la settimana. Spero che presto potrò riuscire a trovare una buona sistemazione e potrò finalmente permettermi di dare un figlio al mio compagno col quale convivo ormai da tre anni e di chiedere un mutuo per comprarmi una casa. Grazie per avermi dato la possibilità di sfogare parzialmente la mia rabbia. Un ingegnere triste Anna Malandra

Marco Spaltro ha detto...

Ciao Anna,
ti ringrazio molto per il tuo intervento. So che ci sono migliaia di ricercatori nella tua stessa situazione, che preferiscono però continuare ad essere sfruttati invece di cominciare ad alzare la voce. Il ricercatore dovrebbe ricevere un salario corrispondente alla sua produttività e all'importanza critica che la ricerca ha per il futuro dell'Italia. La prima scelta è quella di andare all'estero, ma non sarebbe bello riuscire a creare le condizioni in Italia? Continuiamo a lavorare per questo, aggreghiamoci, lottiamo per il nostro futuro. Non lasciamo che l'Italia vada alla deriva.