3 febbraio 2008

Seconda Colonna del Movimento Giovanitaliani

2) ISTRUZIONE, RICERCA E MERITO:

- Istruzione: Reintrodurre merito e competizione all'interno della scuola pubblica e privata. Abolire valutazioni assolute della performance degli studenti e promuovere valutazioni relative (e.g. Con i percentili si riuscirebbero a identificare i migliori e i peggiori di una classe, sezione e istituto). Eliminare gli esami di stato creando un esame unico per tutti gli studenti Italiani che vogliono accedere all'istruzione universitaria. Il sistema di accesso alle Universita' va radicalmente riformato sulla base del sistema inglese. Eliminare l'accesso libero alle universita' e basare la graduatoria sul test di ammissione universitaria, media voti negli anni scolastici e sulle scelte degli studenti. Tutti hanno il diritto all'istruzione superiore, ma l'istituzione universitaria viene asegnata in base al merito (e.g. Se non vengo selezionato a X e Y e la mia ultima scelta era Z, dovro' spostarmi a Z per frequentare corsi univeristari).

- Ricerca: e' la base dello sviluppo economico per un paese moderno. Siamo uno dei paesi OCSE che spende di meno in ricerca in proporzione al Pil. Le risorse che dovrebbero essere dedicate alla ricerca vengono spesso redirette verso altrre destinazioni che richiedono una allocazione immediata (Tir e pensionati vi dicono qualcosa?). L'universita' di nuovo al centro della ricerca, con fondi mirati che vanno a finanziare progetti di portata internazionale, appositamente valutati da una commissione imparziale. I ricerctori vengono selezionati dall'universita' in base alle proprie esigenze (come se fossero delle imprese private), e il salario viene determinato in base alle pubblicazioni (modello inglese). Basta con politica e favoritismi che portano ricercatori non preparati nelle nostre universita'. Creare meccanismi in modo da incentivare la ricerca all'interno delle aziende Italiane, oramai indietro nella produzione di prodotti ad alta tecnologia.

- Merito: Istituire all'interno degli organi della pubblica amministrazione veri meccanismi di premio per il merito. Prendendo ad esempio la scuola pubblica, bisognerebbe creare meccanismi di adeguamento del salario del corpo docente basato su indicatori di qualita' dell'insegnamento (performance studenti, ore dedicate all'insegnamento, valutazione famiglie e studenti). Basta con politici incapaci e senza istruzione (ne abbiamo un po' eh?). I ministri e i parlamentari devono possedere una titolo di laurea, mentre il presidente del consiglio deve possedere titoli di istruzione superiori (e.g. Laurea specialistica, Master o PhD) per essere eleggibili.

Motivazione: il sistema scolastico e di ricerca Italiano e' agli ultimi posti tra i paesi sviluppati (vedi l'ultima PISA survey), creando un danno enorme e quasi irreversibile per la competitivita' del nostro paese. Insegnati, ricercatori, alunni devono avere incentivi a produrre meglio e di piu' riportando il nostro paese ai vertici Europei per competitivita' istruzione e ricerca. Dobbiamo porre le condizioni per un ritorno definitivo dei ricercatori e laureati che stanno abbandonando in massa il nostro paese. Dobbiamo riuscire ad attrarre piu' studenti europei e extra UE nelle nostre universita'.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti!

Mi piace questo blog e mi piace il vostro "programma", soprattutto per quanto riguarda istruzione e ricerca. Concordo sul fatto che sia necessario introdurre un sistema meritocratico che stimoli ed incentivi la produttività degli studenti e, di conseguenza, dei futuri insegnanti, ricercatori e lavoratori. Mi sto rendendo conto sulla mia pelle che soltanto confrontandosi con gli altri si riesce a migliorare e si riceve quella spinta a fare un po' di più. Il mio percorso universitario è stato oltremodo accidentato, e soltanto adesso che ho iniziato a guardarmi intorno le mie capacità stanno un po' migliorando, anche se in pesante ritardo.

Mi piacerebbe sapere qual è il vostro punto di vista relativamente all'istruzione pubblica/privata. Io sono sempre dell'idea che uno Stato civile debba essere garante di un'istruzione pubblica ECCELLENTE, alla quale deve dedicare le migliori risorse disponibili. L'istruzione privata, a mio modesto parere, è un "di più" che deve essere a carico prevalentemente di chi vuole occuparsene, evitando di distrarre ulteriori fondi alla scuola pubblica.

Ciao,

Gianluca

Anonimo ha detto...

Ottimo pilastro, non mi trovi però d'accordo su una cosa: quando dici che i ministri ed i parlamentari debbano possedere titolo di laurea o master.
Queste persone devono avere la responsabilità politica di ciò che rappresentano, non devono per forza essere dei "tecnici" (altrimenti parliamo d'altro).
L'esperienza mi insegna poi che la laurea o il master non sono garanzia di lealtà, competenza e moralità, tutt'altro...

Il ministro ha la responsabilità politica di ciò che viene portato avanti,ne risponde politicamente davanti al parlamento e davanti agli elettori, ma il lavoro è in realtà svolto dai dipendenti del ministero di cui si parla. Per questo è importante creare meccanismi di meritocrazia, indire concorsi pubblici più puliti e chiari.
Per quanto riguarda i ministri,credo sia molto più importante che questi non abbiano condanne penali passate in giudicato e che, nel momento in cui accettano di ricoprire la carica di ministro, debbano lasciare lavori e precedenti occupazioni (così da evitare commistioni e antipatici conflitti di interesse).
Se dovesse passare la linea che tu dici, si va contro l'art.3 della Costituzione, che è uno dei pilastri della nostra storia democratica (sic!)

Anonimo ha detto...

Ciao Grazia,
ho dato un'occhiata all'articolo 3 della Costituzione Italiana che dice piu' o meno cosi..

Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Non sono un giurista, ma non vedo perche' cio che propongo dovrebbe essere contro questo aricolo..Sono d'accordo con te che la laurea non e' necessariamente indice di onesta e di serieta'. Certamente possedere un laurea e' un indice di elevata educazione. Credo che da un parlamento di un paese tra i piu sviluppati al mondo dovremmo aspettarci di piu a livello di preparazione scolastica.

tozzi venanzio ha detto...

HO MESSO LA MIA TESSERA ELETTORALE IN VENDITA, NON ME LA SENTO DI VOTARE IL PARTITO MARRONE.
ALL'INIZIO HO PENSATO A DI PIETRO, MA TRA LUI E MASTELLA NON C'è DIFFERENZA...

Anonimo ha detto...

Ciao Marco!
"i cittadini (...)sono eguali senza distinzione di (...) condizioni personali" è proprio questa la parte dell'art.3 a cui mi riferivo.
In linea di principio sono d'accordo con te, anche se la scuola (di ogni ordine e grado,inteso quindi anche università e master) credo non ti educhi, ma ti formi soltanto, cioè ti dà dei requisiti, i cosiddetti "strumenti", ma non ti fornisce la maturità necessaria a, in questo caso, governare un paese.
Ecco perché credo che adesso abbiamo bisogno di onestà e legalità prima di tutto.
Ciao!

Anonimo ha detto...

Graziadc,
un politico deve avere si maturità, ma essere anche attrezzato di "strumenti" necessari a confrontarsi con colleghi che non hanno bisogno di interpreti dall'inglese e magari sapersi scrivere i discorsi, ma sopratutto dovrebbe avere quella capacità di guardare almeno dieci anni avanti per predisporre i progetti futuri di un Paese.
In Italia purtroppo ci sono senatori con licenza elementare, che avranno qualche capacità specifica,ma sicuramento non hanno la capacità e l'elasticità di innovazione.

Anonimo ha detto...

Caro Ale,
a quanto mi risulta, l'università italiana non ti insegna a parlare in inglese senza bisogno di interpreti, non ti insegna a scrivere in italiano (potrei citarti tanti casi,ti cito l'ultimo perché forse lo ricordi anche tu:concorso in magistratura, compiti scritti,sono passati meno persone di quante ne avrebbero dovute far passare a causa di troppi errori in italiano),non ti dà alcuna capacità di programmare.Non parliamo poi di capacità di innovazione... Se queste virtù le dà l'università italiana, perché siamo combinati così in Italia?
Hai idea di come è combinata l'università in Italia?
Tu puoi fare la tua "scelta di campo" (scusa la citazione,ma ci stava tutta) e decidere di votare soltanto chi ha una laurea.Non credo che questo ti garantisca dal non avere governi ladri,ma se ti fa dormire sonni tranquilli...
Per inciso,Prodi è professore universitario, Berlusconi è laureato cum laude in Giurisprudenza, Mastella è laureato in filosofia ed è iscritto all'albo dei giornalisti... potrei continuare all'infinito. Io non mi sento garantita da queste persone, non so tu.
Ciao, Grazia

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
vorrei dire la mia riguardo al post di Marco e al dibattito che ne è seguito sul livello di istruzione minimo necessario per poter governare l'Italia.
Marco, non sono d'accordo quando dici che bisogna abolire l'esame di stato. Alla fine di un percorso di studi di cinque anni, presso un istituto tecnico per esempio, ti viene rilasciato un diploma che attesta una tua qualifica ed è giusto che questo diploma venga ottenuto alla fine di un esame. È giusto che questo esame sia svolto di fronte ad una commissione esterna per poter valutare anche "la maturità" del ragazzo e quindi anche capacità di esposizione, la capacità di parlare di fronte a degli esaminatori, la capacità di fare collegamenti fra varie materie, etc.
Per quanto riguarda l'ingresso all'università, parliamo di un argomento delicato perchè l'istruzione deve essere libera e accessibile a tutti e quindi mettere dei paletti con degli ingressi a numero chiuso o degli esami di ammissione rigidissimi è sbagliato, secondo me. Ok, in molte nazioni si fa, ma non dobbiamo per forza copiare tutto!
L'università italiana la riformerei tenendo presente questi punti: fermare la nascita di tutte queste piccole università di provincia che stanno diventando solo un modo per accumulare soldi pubblici; investire nelle grandi Università (Milano, Torino, Roma, Napoli, etc.) in modo che possano accogliere tutti gli studenti in modo adeguato.
I soldi per questo investimento si possono trovare togliendo completamente il finanziamento alle Università private (che mi sembrerebbe una cosa sacrosanta) oppure, e non mi sembra uno scandalo, accogliendo anche sponsorizzazioni esterne.
Per esempio, mi è capitato di studiare per qualche mese alla TUM in Germania che è sponsorizzata dalla BMW. Il fatto che sia sponsorizzata da una grande azienda è un grosso vantaggio sia per gli studenti che possono entrare subito in contatto col mondo del lavoro, sia per la società stessa che può indirizzare anche il corso di studi verso delle materie di pratico utilizzo.
In effetti il fatto che manchi un collegamento tra teoria accademica e mondo del lavoro è un problema grave in Italia.
Quindi, riepilogando: OK ai grandi istituti universitari finanziati dalle aziende private e pubbliche, NO alla nascita di facoltà piccole che creano solo dispersione di soldi e concorrenza inutile e dannosa tra università per accaparrarsi gli studenti.
Per quanto riguarda l’accesso all’Università, poi, questo deve essere libero per tutti e non deve assolutamente dipendere da un esame di ingresso. Gli esami devono servire solo a stabilire una graduatoria e un merito (borse di studio, alloggi, erasmus, etc.).
Per quanto riguarda la ricerca, sono d’accordo sulla tua idea di aumentare i fondi, è l’università che deve investire nel ricercatore attraverso lo Stato e non lo Stato in forma diretta. L’Università deve essere come un’azienda. Propongo un sistema in cui lo Stato destina dei soldi per la ricerca ad una università in quantità proporzionale al numero di studenti (come già avviene) ma soprattutto al numero di pubblicazioni prodotte; poi l’università decide come pagare i propri ricercatori in modo che abbia interesse a scegliere i migliori e a selezionare i progetti migliori in modo da avere pubblicazioni, prestigio, studenti e quindi soldi.
Il fatto che molti ricercatori e laureati lasciano il nostro paese non è un danno grave, il danno grave è che il nostro Paese non attira studenti e ricercatori stranieri.
L’affermazione secondo cui i nostri politici debbano possedere un livello di istruzione superiore mi sembra una sciocchezza: la politica non ha nulla a che vedere con la tecnica e con la scienza che si insegna all’università. Un politico deve essere un mediatore, un comunicatore, deve esprimere le linee-guida di una nazione. Per scrivere le leggi o per fare progetti ci sono i tecnici (quelli sì da selezionare in base al livello di istruzione e con concorsi).
Il politico non deve scrivere leggi, deve solo dire cosa una legge deve fare e per far questo sono necessarie delle capacità che non hanno nulla a che vedere con l’Università.

Un saluto a tutti e speriamo di cambiarla quest’Italia!
Ciro

Anonimo ha detto...

Ciro,Grazia,
avere la laurea e master sicuramente non è garanzia di onestà o capacità politica, ma avendo superato esami e difficoltà dimostra di saper far funzionare i suoi neuroni.
Immaginare i politici con istruzione media è come immaginare i ricercatore senza laurea. Il "politico" deve avere l'intelligenza di capire oggi i problemi di domani, deve cioè anticipare le soluzioni a problemi che verranno ; mi dite come farà se non è "attrezzato" adeguatamente ?
Le università, con i prof di oggi, ma c'è da dire anche, con gli studenti di oggi, i secondi impreparati per incapacità dei primi, sono state dei contenitori di studenti troppo politicizzati e poco preparati, con età media elevata che ha determinato il fenomeno dei "bamboccioni" e stagisti a 400 € mensili.
Aprire le università a tutti equivale ad istruire più giovani, ma anche ad abbattere la qualità dell'istruzione.
Poche università di prestigio ,pubbliche o private, sponsorizzazioni delle unversità da parte di industrie, semplificazione della gamma di indirizzi e maggiore specializzazioni degli stessi atenei.
Ragazzi, io non sono nè giovane nè laureato, ma per risolvere i problemi dei giovani ci vogliono i giovani; siete voi che dovete individuare e risolvere con convinzione i problemi del vostro futuro;
i politici 70/80enni non hanno le vostre esigenze,non hanno la vostra elasticità mentale;
A questa età si guarda al passato.
E' significativo che nel nostro paese si passa direttamente da presidente del consiglio a nonno !
Vi esorto, a prescindere dalle convinzioni politiche, ad organizzarvi tra giovani !!!
Gay, separati, casalinghe, pensionati, cani, gatti,.. tutti hanno una rappresentanza, i giovani, i rami che faranno i nuovi frutti, sono stati emarginati !
Datevi da fare in tutte le direzioni, sgomitando,nessuno volontariamente vorrà cedervi la sedia !
IN BOCCA AL LUPO a tutti i GIOVANI

Anonimo ha detto...

Ciao Ciro,
ti ringrazio molto per il tuo commento. Il punto non e' quello di abolire l'esame di stato e basta, ma di sostituire quella procedura con un test piu' obbiettivo, e che verrebbe svolto solo da chi ha intenzione di procedere con l'istruzione universitaria. In questo modo ci sarebbe un enorme risparmio di risorse (pensa ad esempio a quanto spendiamo per i professori, materiali, tempo etc..) e ci sarebbe un primo screening dei candidati per accedere all'universita'. Inoltre non credo all'introduzione del numero chiuso in modo assoluto. Come ho scritto nel post tutti hanno il diritto all'istruzione universitaria, ma solo i piu meritevoli potranno studiare nelle universita' piu' prestigiose. Nel tuo commento sostieni che non e' un danno se i ricercatori scappano dall'Italia. Io penso invece che sia un danno enorme, dato che un paese industrializzato dovrebbe almeno ritenere il proprio personale per la ricerca, e se estremamente valido dovrebbe essere in grado di attrarre studenti e ricercatori dalla UE e paesi extra-UE. Secondo dati recenti, l'Italia e' tra i piu' grandi esportatori di laureati al mondo, secondi solo all'India! Beh questo mi sembra un problema piuttosto grave, e non e' solo dovuto alla mancanza di influsso di ricercatori. Hai definito la proposta di richiedere la laurea per i nostri parlamentari una "sciocchezza". Penso invece che la laurea sia un indice di abilita'di un individuo e un paese come il nostro non si puo piu' permettere di avere politici che non hanno studiato a livelli avanzati. Per esprimere le linee guida in modo coerente si ha bisogno di un titolo di studio, altrimenti perche' si studia? L'universita' non e' solo formazione tecnica (sopratutto in Italia), ma formazione di pensiero e confronto. Volevo ringraziarvi molto per i vostri interventi. Solo pensando a come riformare il nostro paese dal punto di vista dei giovani e' fondamentale per la rinascita dell'Italia.