13 gennaio 2007

I giovani nella Ricerca - Youth in Research

Lo schiacciamento dei giovani nel nostro paese avviene in ogni settore, ma soprattuto in quelli strategici per lo sviluppo come la ricerca scientifica di base. Su 18.651 docenti di ruolo, solamente lo 0.5 ha meno di trentacinque anni, ciò equivale a esattamente nove (!) professori. Quelli con più di 65 anni sono esattamente il 30.3%. Chi puo' negare che tutto il sistema sta cadendo a pezzi? solo un pazzo lo farebbe. Come facciamo a far svolgere ricerca in settori chiave a professori che a mala pena sanno utilizzare i moderni mezzi della ricerca scientifica? E' ormai consolidato il fatto che il periodo più prolifico per un ricercatore è tra i 25 e i 35 anni. Inoltre le cattedre negli ultimi 20 anni sono più che raddoppiate ma il posto per i giovani è sceso in proporzione in maniera vertiginosa. Per avere una misura della nostra situazione è interessante vedere come altre nazioni si comportano. Gli ordinari di ruolo con meno di 35 anni negli USA sono il 7.3%, in Francia l'11.6%, e il 16% in UK. Poi molte persone mi chiedono come mai molti ricercatori decidano di andare via dall'Italia. Credo che i numeri parlino da soli. Il piano varato nel 2001 dal governo Amato per far rientrare i ricercatori scientifici è stato completamente inutile. L'ambiente della ricerca in Italia è arido e manca di idee e di direzione. Non è affatto una questione di soldi investiti nella ricerca, è come questi soldi vengono investiti. I soldi li diamo a professori che non producono ricerca da oltre 2 decenni, che non fanno altro che rafforzare la loro posizione di dominio all'interno dell'ambito accademico. Chi ci rimette? Sempre noi. I giovani più validi emigrano all'estero (vedi "how large is the brain drain from Italy?", Becker, Ichino e Peri) e tendono a stabilizzarsi nelle località che li ospitano. Il fenomeno probabilmente si accentuerà data la maggiore facilità di trasferirsi in altri paesi dell'unione europea. Il risultato è una progressiva ma enorme perdita di competitività del nostro paese che al suo interno ha sempre meno persone in grado di creare della conoscenza. Basta dare un'occhiata al livello culturale dei nostri politici, ancora una volta credo di non avere bisogno di commenti.

The sufference of the youth happens in every sector in Italy, but mostly in strategic sectors like scientific research. Among 18.651 professors, just 0.5% is less than 35 years old, exactly 9 professors. 65+ years old professors are exactly 30% of the total number. Who can deny the whole system is breaking down? Just a fool would. How can we produce research with professors that cannot even use the modern scientific instruments? Everyone know that the most prolific period to produce research is between 25 and 35 years old. Moreover the number of professors has more than doubled in the last 20 years, but the proportion of young researchers has decreased drastically. It is interesting to make a comparison. Professors with less than 35 years old represent the 7.3% in US, 11.6% in France and 16% I n UK. Then many people ask me why researchers go away from Italy. Numbers speak alone. Research environment is completely dead and lacks of ideas and direction. It is not a question of money invested, but how this money is invested. Basically, we give money to people who are not producing research since 20 years and they are just enforcing their dominant position in our society. Who loses? Us. Our best researchers go abroad (see “how large is the brain drain from Italy”, Becker, Ichino, Peri) and they tend to move permanently to the hosting countries. This phenomenon probably will increase since it is easier now to move to foreign countries, especially within the EU. The result is an enormous loss of competitiveness of our system and lack of people actually able to create knowledge. Just have a look at the cultural level of Italian politicians, one more time I do not need to make any comment.

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